mercoledì 29 ottobre 2008

Il Guerriero si Sveglia


"La vita è così, si conosce la meta ma
la strada per arrivarci è diversa per ognuno di noi."


Un abbraccio dal Cuore a tutti I Guerrieri che condividono con la loro SPECIALITA' questo blog!




mercoledì 22 ottobre 2008

Esperire prima di dire

A me il Chi Kung mi ha sempre affascinata....è vero che vedi il tuo corpo fare cose che non pensavi mai di essere capace, come sviluppare il calore, sentire le pulsazioni fortissime ai polpastrelli, sentire campi magnetici (almeno questa è la sensazione..poi non so di cosa si tratta). Mi piacerebbe che la scienza facesse degli esperimenti per vedere effettivamente cosa accade nel fisico e nell'ambiente mentre si pratica Chi Kung. Ma non so dove finisce la realtà e comincia la fantasia ed è una domanda che mi sono fatta spesso anche io rispetto al Chi Kung. Anche i buddisti raccontano cose affascinanti e poco credibili da una mente scientifica come la mia...ma da guerriera ho capito che bisogna esperire prima di dire. La mia posizione è di "non so"......Studio attualmente Chi Kung e spero di riuscire a praticarlo giornalmente....ma voi sapete che il Tai Chi è una forma di Chi Kung vero?

domenica 19 ottobre 2008

La sublime perfezione del Chi Kung

Per migliaia di anni, l’umanità ha insistito nell’affermare che oltre l’energia visibile, l’energia potenziale e l’energia fisica, ne esiste un’altra che solo i saggi, i sacerdoti o i consiglieri reali sono riusciti a scorgere e solo pochi eletti sono riusciti a sentire, a canalizzare o a dominare.
Trasmessa mediante la tradizione orale o mediante miti e leggende, l’esistenza di capacità sovraumane è stata mostrata fugacemente da alcuni uomini, in pochi momenti particolari e in distinte epoche epoche storiche. Questi uomini sono stati chiamati dalle diverse società e culture Eroi, Profeti, Messia, Maestri o Mistici, tutti con un denominatore comune. Tutti parlavano da un campo spirituale o metafisico. Tutti hanno avuto una vitale importanza dagli albori della nostra cosiddetta civiltà fino ad oggi. E tutti hanno fatto in modo che la società riflettesse sulle sue vere capacità.
Sono molte le aree di studio che affrontano questo problema tentando di dare una spiegazione: Filosofie, Religioni, Sociologia, Antropologia, Psicologia, ecc…
Nel campo della religione è dove, sfortunatamente e secondo gli ultimi studi, si è messo più in discussione la veracità di molti fatti, arrivando addirittura a negare l’esistenza di alcuni dei loro stessi Messia, profeti e maestri.
Questa è, a mio giudizio, l’essenza delle Arti Marziali, l’obiettivo ultimo di queste discipline, sviluppare il profondo dell’essere umano. Questa è l’essenza dimenticata dai moderni gladiatori della nostra civiltà, che non riflettono la sostanza delle arti marziali ma solo le sue brutali conseguenze.
Oggi, credo di presentarmi con un nuovo rivoluzionario in questo campo. Come molti maestri della storia, torno ad affrontare tutti, senza pretendere di farlo. Ho seguito semplicemente le impronte lasciate dagli antichi, da quelli che mi hanno preceduto, da quelli che mi hanno guidato, 1.500 anni fa, 2.000 anni fa, 2.500, 4.000 e 10.000 anni fa.
La filosofia Buddista, la stessa che impregnò tutte le Arti Marziali con la sua cortesia e il suo senso dell’onore e con la profondità che ne deriva, la stessa filosofia Buddista che nessuno degli attuali militari, guerrieri o maestri segue minimamente, è quella che più si avvicina a ciò che faccio.
E’ il sublime contributo dei propositi del Buddismo Chan/Zen che mi ha fatto fare un ultimo passo nella mia vita. Sono arrivato a un livello di comprensione talmente elevato con le profondità dei miei atomi, delle mie molecole e delle energie che si combinano per armonizzarsi e comporre la persona che sono, che credo di aver attraversato la soglia del visibile.
Nemmeno i grandi del passato possono emularmi. Ho raggiunto il punto di concentrazione più elevato cui un essere umano possa aspirare, dopo più di 20 anni di meditazione profonda sull’esistenza di tali forze ed energie, questo sono riuscito a fare. Sono giunto a un punto in cui persino gli dei in cielo tremano.
In Oriente, queste forze le chiamano Chi kung, Chi, tra le altre accezioni.
Tuttavia, quello che faccio va oltre il Chi Kung, oltre il Chi. E’ la radice, l’essenza del Chan/Zen, essenza sottile e potente dove non molti possono camminare senza morire.
Queste capacità mi portano a entrare e a dominare:
La capacità di camminare sul Fuoco, senza bruciarmi, senza vesciche o altre ferite, passando svariate volte con passo calmo sulle braci.
Toccare le braci con le mani e schiacciarle contro la mia pelle fino a frantumarle e a trasformarle in polvere.
Toccare un ferro incandescente rosso vivo varie volte con la lingua, senza subire nemmeno una piccola scottatura.
Posare la mano sulla fiamma di una candela per più di un minuto senza provare dolore, senza scottarmi la carne, la pelle o la peluria delle dita.
Spegnere candele sferrando colpi con due dita, a oltre 50 centimetri di distanza.
Paralizzare persone colpendole con il palmo delle mani, fermando il colpo a un centimetro dal loro corpo.
Lanciare frecce nell’oscurità contro bersagli di 3 centimetri di diametro.
Sentire la presenza di persone ed oggetti con gli occhi chiusi.
Leggere la mente e i pensieri presenti, passati o futuri delle persone.
Riuscire a capire persone che parlano in altre lingue.
Riuscire a capire concetti e situazioni intellettuali che richiedono anni di studio e dottorati specifici, tutto in un’ora.
Conoscere e sentire la portata e la profondità di lesioni, rotture e malattie.
Interagire in processi degenerativi o malattie, controllare emorragie, agire di fronte a un mio infarto e a quello di altri. Alterare il processo cellulare e metabolico di altri, alleviando o fermando il processo di una malattia.
Anticamente si diceva: “Chi Kung morbido”, “Chi Kung duro”; ciò che io ho raggiunto come maestro va oltre tutte le aspettative del Chi Kung, benchè io mi sia impegnato a insegnare al mondo proprio le sue tecniche.

Sifu Huang Aguilar – Budo International n. 122 (ottobre 2008) – pagg. 38 e 39

Voi, guerrieri che con me camminate sotto questo unico cielo, che ne pensate?

mercoledì 15 ottobre 2008

A volte vedrete guerrieri camminare lungo la Via insieme....

Ne parlavo proprio oggi col Biondo.....gli chiedevo di farmi compagnia lungo la Via..non so gli altri che ne pensano? In fondo anche se ci teniamo per mano, poi ci abbandoniamo e poi ci reincontriamo lungo la Via, il fatto di camminare ogni tanto insieme non credo tolga nulla alla responasabilità
del proprio percorso...

Responsabilità

Se è mia la Responsabilità che resti mia e non d'altri.
Camminando Soli, Camminando Insieme
Si può dire che una Via è più difficile dell'altra?

giovedì 9 ottobre 2008

...e la strada si apre davanti alla guerrirera...

Cara Ishin,
adotto il tuo metodo e ti rispondo con un post, continuando così questa piacevole chiacchierata tra guerriere.
Devo confessare che spiegare alle bianche è un'esperienza entusiasmante: io, che al momento non sto frequentando il corso Allievi Istruttori, vivo con una certa soggezione questo ruolo. Sebbene nel T'Ien Shu sia abbastanza usuale che allievi più "anziani" (per grado) si affianchino a neofiti o, comunque, allievi più giovani, così da poter controllare il loro progredire e, al contempo, mettere in discussione le nozioni e le tecniche che ormai davano per assodate, mi sono resa conto di quanto difficile sia insegnare.
Innanzi tutto, essere in una simile posizione (tu lì da sola, con qualche paia di occhi che ti fissano e che attendono da te la Risposta Somma e Definitiva) ti porta a considerare con estrema attenzione e cautela non soltanto quello che credevi di sapere, ma anche il modo con cui lo esponi.
In secondo luogo, poi, ti fa pregustare ciò di cui già in passato avevamo avuto modo di parlare, ovvero sia di come il raggiungimento di un grado piuttosto elevato (fascia rossa, fascia nera, istruttore o persino Maestro) sia in realtà un inzio di un nuovo cammino piuttosto che non la conclusione.
Hai ragione quando affermi che non occorre piangere bensì adeguarsi all'evento; questo è anche uno dei capisaldi del T'Ien Shu... l'adattabilità, la cedevolezza.
E, infatti, quando non sai che strada prendere sta ferma ed aspetta, la via si aprirà davanti ai tuoi passi. Questa almeno è una mia convinzione. Questo è ciò che faccio.
...Anche se faccio molta fatica ad accettare i miei limiti fisici. In fondo, persino Huo Yuanjia era asmatico e guarda cosa è riuscito a fare... He! He! He! :-D
Capisco cosa intendi dire quando affermi che, dopo circa sei mesi, sei tornata a vivere.
Credo che chi non si sia mai avvicinato alle arti marziali possa tranquillamente vivere facendone a meno, ma chi ha intrapreso questa strada non riesce ad allontanarsene più.

mercoledì 8 ottobre 2008

Kung Fu e mutamenti

Vivi ti rispondo con un post (ho deciso di non scrivere commenti in questo blog ma solo post; spesso i commenti non vengono letti e utilizando questo metodo, cioè rispondere con un post, il blog assomiglierà più ad una bella chiacchierata tra guerrieri). Quanto hai ragione...quanto ti capisco....ieri ho ripreso a fare AM dopo circa 6 mesi: sono tornata a vivere! Ed è vero non si può scindere, il corpo dallo spirito, come non si può scindere l'attività fisica dalla filosofia, appena ricominci ad allenarti accade qualcosa di magico che attiva una circolo virtuoso. Ieri ho ripreso i miei libri e forse anche il kung fu....nel senso che continuo col Kendo ma forse torno anche in palestra: ho capito ieri quanto veramente non posso fare a meno del Kung Fu. Ma veniamo a te: nonostante tu abbia tutte le ragioni per piangere da vera taoista cedi al cambiamento non ti irrigidire, so che non è facile....mi è piaciuta molto la tua immagine mentre spiegavi ai nuovi e mi chiedevo se questo mutamento non può portare a una tua trasformazione. Voglio dire io non so lo spazio che tu hai nella tua palestra ma potresti trovare un modo nuovo di vivere il Kung Fu magari scoprendo parti nuove di te stessa!....quei concetti di cui parli...di che si tratta.non ne ho mai sentito parlare..

martedì 7 ottobre 2008

La fisicità e la filosofia

Mentre i miei compagni di viaggio in questa avventura sotto un unico cielo disquisiscono (giustamente) di come sia bella e rilevante ed essenziale la parte teorico/filosofica delle arti marziali, io mi ritrovo nella condizione di sentire enormemente la mancanza della fisicità totalizzante che si risveglia in me in occasione di un incontro sul tatami.
Il fatto che in questo momento io respiri, in condizioni normali, come Darth Vader mi ha ovviamente impedito di fare alcunchè potesse anche solo vagamente somigliare ad uno sforzo fisico: niente bicicletta per andare e tornare dal lavoro, niente corsette sul lungo lago e, ovvio, niente allenamenti.

Ieri sera, in preda ad una vera e propria crisi d'astinenza, ho deciso di andare in palestra "in abiti civili" e di fermarmi a guardare l'allenamento.
Non l'avessi mai fatto!
Che sofferenza!

Vedere gli altri che si allenano, che si danno da fare, che lavorano e sudano... e tu lì, ferma su una panchina... Un avvilimento totale!
Quando poi il Maestro ha detto di tirar fuori focus e pao avrei voluto mettermi a piangere!
Ma come, si fa veramente a botte e io non posso nemmeno avvicinarmi ai guantoni?!?

...Visto il mio totale stato di prostrazione, il Maestro mi ha affidato tre bianche alle quali far ripassare le prime nozioni basilari; così mi sono ritrovata a spiegare il Ciclo Thung ed i primi rudimenti della Rosa dei Venti, a controllare Sain e Shenzin, a rivedere Yu Kun e P'Ien...
Mentre gli altri se le davano di santa ragione sul tatami!!!

Meglio di niente, eh, per carità! E, anzi, devo dire che spiegare i basilari alle nuove leve mi appassiona anche...
MA MI SON PERSA UNA SERATA DI FOCUS E PAOOOOOO!!!
Voglio picchiare qualcuuuuunooooooo!!!
Tutto questo per dire che, dal mio punto di vista, fisicità e teoria non sono scindibili; fanno entrambe parte dell'Arte Marziale, lo Yin e Yang che si completano e bilanciano fluendo nell'armonia dell'Uno.
Infatti, quando vengono tralasciate per qualche tempo le lezioni di teoria - magari all'approssimarsi di qualche competizione - io sento la mancanza di questo prezioso elemento proprio come la sento ora del... pestaggio :-)

domenica 5 ottobre 2008

esperienza è anche conoscenza

L'esperienza nell'arte marziale per me non è soltanto pratica ed esercizio psicofisico ma anche conoscenza di sè e della realtà; allora è uno strumento di realizzazione nella linea della giustizia, uno strumento come lo è la materia per relazionarsi e comunicare con gli altri, e tra gli altri io includo soprattutto l'Altro per eccellenza, perchè no: Dio, perchè no: Cristo, essendo io cristiano. E' chiaro che come cristiano il rapporto con l'altro cerco di fare che non sia mai di violenta prevaricazione, ma di servizio pur attraverso una bella batosta da fornire in un amichevole scontro, o nel corso di un'azione difensiva a garanzia del diritto alla vita mia e altrui in caso di aggressione. Ma cerco di conservare lo spirito sempre aperto, privo di rancore e di odio, e in questo bisogna -penso- sviluppare quella che i cristiani, ma anche i sapienti, chiamano vita interiore. La peculiarità della relazione dei cristiani con Dio nella meditazione consiste nel fatto che essi cercano di dialogare con un Tu, che è altro rispetto a loro, non è solo una autosuggestione o un confondersi col tutto, è di più nel senso che è comunicazione reale e anche storicamente fondata e concreta con Cristo, usando la memoria dei suoi gesti e della sua vita. Allora si incontrano nel tempo e nella storia l'uomo e l'eterno attraverso e per mezzo della vita quotidiana e semplice, come anche nella pratica marziale...che credo sia una grande cosa.

Tutto questo per dire quanto mi ha colpito, sfatando i miei pregiudizi circa l'apertura mentale di noi cristiani in rapporto al kung fu, la scoperta fatta leggendo un testo sull'arte sublime dei punti vitali di due grandi marzialisti e studiosi: Fujita Saiko, 10.mo dan, 14.mo patriarca della scuola Koga-ryu di Ninjutsu, e Henry Plee, nono dan, pioniere del karate in Europa. Ebbene nel loro testo sui punti vitali, pur in un contesto a volte di tendenza strettamente evoluzionistico per me forzato a tratti e fantasioso, testo assai ricco di notizie, consigli e ben fatto, unico nel suo genere, ho scoperto grazie ai due autori, notevoli, il seguente fatto:

(in una nota a pag.72) parlando dei gesuiti che aprirono le porte con l'Oriente e a cui, grazie alla loro apertura mentale, furono aperte le porte dell'Oriente - nominati dagli Imperatori a cariche assai elevate: padre Verbiest, un belga, nominato Presidente del Tribunale Matematico in Cina, padre Shall von Bell, un tedesco, grande astronomo incaricato della riforma del calendario imperiale, padre Joseph Marie Amyot nominato Mandarino a Pechino ove rimase per 42 anni -

il testo spiega che fu padre Amyot il primo a parlare dell'agopuntura e del "kung fu" in un libro destinato all'Occidente. " "K'ung fu" che significa "sublime" (come il celebre "k'ung-fu-Tzu= "il sublime Tzu" italianizzato in Confucio) definiva nel libro di padre Amyot gli esercizi di ginnastica medica taoista del dottor Hua Tuo, ispirati dalla vitalità dei cinque animali (il Wu Quin Xi): tigre, orso, cervo, scimmia, gru. Li aveva disegnati rifacendosi a documenti d'epoca." Il libro di padre Amyot pubblicato nel 1792, un anno prima della morte del suo autore, fu tradotto in tutte le lingue. "Solo un secolo dopo (durante la "Guerra dei boxer", del 1900) gli occidentali chiamarono "Kung fu" quello che i cinesi chiamavano e chiamano ancora "wushu"(wu=bu=marziale e shu=jutsu=arte; beninteso, gli ideogrammi sono gli stessi sia in cinese sia in giapponese)".

Ecco, oltre ad essere grato agli autori del testo, eccellenti praticanti e ricercatori della verità, sono ora grato ai gesuiti per il grande servizio silenzioso e brillante, spesso a costo della loro vita, che hanno compiuto dal secolo XVI ad oggi....e di più mi vergogno del modo in cui trattiamo gli uomini della Chiesa cattolica, di cui scopro sempre nuove cose di cui sono debitore, approfittando del fatto che lavorano in silenzio e umiltà, e spesso senza vantarsi, delle loro grandi scoperte e fatiche. Del frutto delle loro fatiche enormi (come quelle dei gesuiti nei secoli XVI, XVII etc) poi vedo pavoneggiarsi persone che ironizzano sulla Chiesa cattolica senza neanche sapere che a Lei devono nella loro ignoranza il loro stesso lavoro, a volte, e le loro scarse conoscenze. Ma ci vuole pazienza nella vita. Con la pazienza possederete le vostre anime.
E voi sapevate che agopuntura, kung fu e tante altre belle cose ci sono giunte grazie alla capacità e apertura mentale di questi discepoli di Cristo. D'altronde quale marzialista non cerca il vero maestro, il guru, lo yogi ...ebbene essi avevano nel 1500 iniziato a seguire il Maestro dei maestri di ogni popolo razza lingua e religione. Ignazio di Loyola era un guerriero prima di convertirsi. Attenzione: io non sono gesuita, sono insegnante di filosofia e amante delle arti marziali, ciò che è vero è vero!

saluti e grazie a tutti voi da Riccardo

giovedì 2 ottobre 2008

Il dolore e la gioia nella VIA come in un Tao

Isa sono assolutamente d'accordo con te: ho lasciato il Kung Fu proprio perchè sentivo l'esigenza dell'EQUILIBRIO e dell'ARMONIA. Per me le Arti Marziali devono mirare non a distruggere il corpo ma ad esprimerne la sua vera essenza. Adesso pratico Yoga e da stasera Kendo. Invece le parole di Suppaman sono in assoluta risonanza con il mio percorso spirituale:"Ogni roccia ha in se una scultura, un opera d'arte che deve essere sgrezzata per esser riportata alla luce. Attraverso la fatica di uno scalpello colpito prima in modo brusco e poi via via in modo sempre più lieve. Dopo tanta fatica, ancora l'opera è incompiuta.. bisogna levigarla e renderla perfetta."
"Ecco che la cintura nera, ovvero il Guerriero, si leviga attraverso la pratica di tutto il suo bagaglio non smettendo di fare gli esercizi più semplici fino a che un giorno il corpo potrà riposarsi ma lo spirito temprato potrà spiccare il volo verso mete ancor più elevate."
Io sento di essere stata in guerra e adesso sento dentro di me un assoluto senso di benessere risultato delle mie lunghe e dolorose battaglie nei confronti delle quali non mi sono mai tirata indietro. Non è facile vivere seguendo la propria Essenza...ma dopo un lungo periodo ti sembra non solo l'unico modo possibile ma anche quello che ti fa vibrare di gioia. E all'improvviso tutto il dolore si tramuta in un infinito benessere!