L'esperienza nell'arte marziale per me non è soltanto pratica ed esercizio psicofisico ma anche conoscenza di sè e della realtà; allora è uno strumento di realizzazione nella linea della giustizia, uno strumento come lo è la materia per relazionarsi e comunicare con gli altri, e tra gli altri io includo soprattutto l'Altro per eccellenza, perchè no: Dio, perchè no: Cristo, essendo io cristiano. E' chiaro che come cristiano il rapporto con l'altro cerco di fare che non sia mai di violenta prevaricazione, ma di servizio pur attraverso una bella batosta da fornire in un amichevole scontro, o nel corso di un'azione difensiva a garanzia del diritto alla vita mia e altrui in caso di aggressione. Ma cerco di conservare lo spirito sempre aperto, privo di rancore e di odio, e in questo bisogna -penso- sviluppare quella che i cristiani, ma anche i sapienti, chiamano vita interiore. La peculiarità della relazione dei cristiani con Dio nella meditazione consiste nel fatto che essi cercano di dialogare con un Tu, che è altro rispetto a loro, non è solo una autosuggestione o un confondersi col tutto, è di più nel senso che è comunicazione reale e anche storicamente fondata e concreta con Cristo, usando la memoria dei suoi gesti e della sua vita. Allora si incontrano nel tempo e nella storia l'uomo e l'eterno attraverso e per mezzo della vita quotidiana e semplice, come anche nella pratica marziale...che credo sia una grande cosa.
Tutto questo per dire quanto mi ha colpito, sfatando i miei pregiudizi circa l'apertura mentale di noi cristiani in rapporto al kung fu, la scoperta fatta leggendo un testo sull'arte sublime dei punti vitali di due grandi marzialisti e studiosi: Fujita Saiko, 10.mo dan, 14.mo patriarca della scuola Koga-ryu di Ninjutsu, e Henry Plee, nono dan, pioniere del karate in Europa. Ebbene nel loro testo sui punti vitali, pur in un contesto a volte di tendenza strettamente evoluzionistico per me forzato a tratti e fantasioso, testo assai ricco di notizie, consigli e ben fatto, unico nel suo genere, ho scoperto grazie ai due autori, notevoli, il seguente fatto:
(in una nota a pag.72) parlando dei gesuiti che aprirono le porte con l'Oriente e a cui, grazie alla loro apertura mentale, furono aperte le porte dell'Oriente - nominati dagli Imperatori a cariche assai elevate: padre Verbiest, un belga, nominato Presidente del Tribunale Matematico in Cina, padre Shall von Bell, un tedesco, grande astronomo incaricato della riforma del calendario imperiale, padre Joseph Marie Amyot nominato Mandarino a Pechino ove rimase per 42 anni -
il testo spiega che fu padre Amyot il primo a parlare dell'agopuntura e del "kung fu" in un libro destinato all'Occidente. " "K'ung fu" che significa "sublime" (come il celebre "k'ung-fu-Tzu= "il sublime Tzu" italianizzato in Confucio) definiva nel libro di padre Amyot gli esercizi di ginnastica medica taoista del dottor Hua Tuo, ispirati dalla vitalità dei cinque animali (il Wu Quin Xi): tigre, orso, cervo, scimmia, gru. Li aveva disegnati rifacendosi a documenti d'epoca." Il libro di padre Amyot pubblicato nel 1792, un anno prima della morte del suo autore, fu tradotto in tutte le lingue. "Solo un secolo dopo (durante la "Guerra dei boxer", del 1900) gli occidentali chiamarono "Kung fu" quello che i cinesi chiamavano e chiamano ancora "wushu"(wu=bu=marziale e shu=jutsu=arte; beninteso, gli ideogrammi sono gli stessi sia in cinese sia in giapponese)".
Ecco, oltre ad essere grato agli autori del testo, eccellenti praticanti e ricercatori della verità, sono ora grato ai gesuiti per il grande servizio silenzioso e brillante, spesso a costo della loro vita, che hanno compiuto dal secolo XVI ad oggi....e di più mi vergogno del modo in cui trattiamo gli uomini della Chiesa cattolica, di cui scopro sempre nuove cose di cui sono debitore, approfittando del fatto che lavorano in silenzio e umiltà, e spesso senza vantarsi, delle loro grandi scoperte e fatiche. Del frutto delle loro fatiche enormi (come quelle dei gesuiti nei secoli XVI, XVII etc) poi vedo pavoneggiarsi persone che ironizzano sulla Chiesa cattolica senza neanche sapere che a Lei devono nella loro ignoranza il loro stesso lavoro, a volte, e le loro scarse conoscenze. Ma ci vuole pazienza nella vita. Con la pazienza possederete le vostre anime.
E voi sapevate che agopuntura, kung fu e tante altre belle cose ci sono giunte grazie alla capacità e apertura mentale di questi discepoli di Cristo. D'altronde quale marzialista non cerca il vero maestro, il guru, lo yogi ...ebbene essi avevano nel 1500 iniziato a seguire il Maestro dei maestri di ogni popolo razza lingua e religione. Ignazio di Loyola era un guerriero prima di convertirsi. Attenzione: io non sono gesuita, sono insegnante di filosofia e amante delle arti marziali, ciò che è vero è vero!
saluti e grazie a tutti voi da Riccardo